Pubblicato il report a cura dell’Osservatorio concorsi e del focus group OAT Qualità del progetto che percorre l’andamento dei concorsi di architettura in Italia nel periodo compreso tra giugno 2024 e dicembre 2024.
È importante segnalare che Il periodo considerato nel report si caratterizza per la conferma di una congiuntura negativa riguarda alla situazione dei concorsi in Italia. Tuttavia, in controtendenza rispetto ai mesi passati, i concorsi aumentano in termini percentuali rispetto agli affidamenti. Tutto ciò consegue presumibilmente alla diminuzione complessiva delle procedure soggette ad evidenza pubblica a fronte di un utilizzo consistente di affidamenti senza gare.
Nel periodo giugno 2024–dicembre 2024 rilevati 43 concorsi (6 x mese contro 7 nel periodo precedente) che costituiscono il 13 % del totale dei bandi per incarichi (sola progettazione e progettazione con esecuzione), rispetto al 2,3 % nel periodo precedente, un dato che rappresenta una situazione diversa da quanto riscontrato nei periodi precedenti: continua la «discesa» dei concorsi ma si verifica un aumento percentuale rispetto agli affidamenti presumibilmente dovuto all’aumento di affidamenti diretti (senza gare). Relativamente alla situazione europea vediamo come l’Italia è lontana dalla Francia (dove il concorso è obbligatorio), dalla Germania e dalla Svizzera e da altri paesi europei.
“La presenza di concorsi di progettazione si conferma in calo” specifica il focus group Qualità del progetto “e riguarda circa 17 casi (corrispondenti al 40,5 %), mentre i concorsi di idee divengono numericamente rilevanti (25 corrispondenti al 59,5 %)”.
Tra i punti affrontati nel report, sempre significativa la presenza di procedure online che riguarda il 78,3% dei concorsi del periodo (la parte che riguarda procedure che costituiscono emanazione degli Ordini degli Architetti e del CNAPPC – Concorsiawn, Concorrimi, Archibo – assomma al 19% e significativa è la presenza di procedure on line pubbliche o private). Fra i temi significativi la riqualificazione urbana (38 %), seguono la valorizzazione e rifunzionalizzazione di complessi importanti, l’arredo urbano, i musei, mostre e waterfront.