Diritto alla qualità

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale a inizio mese, il Decreto scuola prevede l’attribuzione di poteri speciali ai sindaci per accelerare l’esecuzione di lavori di edilizia scolastica. Il Consiglio Nazionale mette in guardia gli architetti sui rischi di queste misure straordinarie, che potrebbero giustificare una logica al “massimo ribasso”. Sulla scia di una delle campagne a cui siamo più affezionati, anche noi ci uniamo alle critiche del CNAPPC ribadendo che #ilProgettoNONèScontato.

“Il progetto scuola è un tema complesso e multidisciplinare che investe tutto il territorio italiano che non può essere affrontato con una fretta priva di visione e, ancora peggio, vittima della miopia che porta al massimo ribasso”: con queste parole il presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti Giuseppe Cappochin denuncia la logica emergenziale delle ultime disposizioni governative.
Il decreto legge 8 aprile 2020, n. 22 detto Decreto scuola, infatti, conferisce poteri speciali ai sindaci, ai presidenti provinciali e ai presidenti delle Città metropolitane con l’obiettivo di velocizzare i lavori di edilizia scolastica e garantire l’avvio delle lezioni per il prossimo anno. Tuttavia, questi provvedimenti rivelano un’incapacità di revisione dell’impianto architettonico della scuola e ignorano gli indirizzi di azione già esistenti e condivisi – come l’art. 1 della legge 23/1996 “Norme per l’edilizia scolastica” e il D.M. dell’11 aprile 2013, che aveva varato le nuove linee guida MIUR per l’edilizia per “garantire edifici scolastici sicuri, sostenibili, accoglienti e adeguati alle più recenti concezioni della didattica grazie alla progressiva diffusione delle ICT nella pratica educativa”.

Benché le necessità di un’azione rapida e di una semplificazione delle procedure siano assolutamente riconosciute, tuttavia l’attribuzione di poteri straordinari ai commissari è una pratica che rischia di abbandonare ogni visione strategica. Bisognerebbe, al contrario, utilizzare strumenti realmente innovativi ed efficaci, come i concorsi di progettazione a due gradi con procedure informatiche, che garantiscono la qualità e riducono i tempi per la redazione del progetto esecutivo.

“La scuola è una comunità educativa, ma è anche un capitale spaziale, parte integrante e sostanziale del proprio contesto urbano – continua il CNAPPC – conseguentemente non è pensabile affrontare il tema scuola senza occuparsi del progetto della mobilità, degli spazi pubblici, del quartiere e comunque di tutti gli spazi connessi con la scuola, mettendo le persone e le famiglie al centro del progetto”.

Secondo il CNAPPC va dunque evitata in ogni modo questa scorciatoia dettata dall’emergenza, che toglie centralità al progetto nei processi di trasformazione del territorio e che può facilmente portare a una svalutazione del lavoro dei professionisti, anche da un punto di vista economico.
È questa una battaglia che ci vede coinvolti già da molto tempo: con la campagna #ilProgettoNONèScontato negli ultimi anni l’Ordine di Torino ha dato voce gli architetti che pretendevano compensi adeguati all’attività prestata e responsabilizzato la comunità dei professionisti sul valore della qualità del progetto. Le ultime disposizioni ministeriali mostrano che l’attività di sensibilizzazione è tuttora necessaria: non soltanto per i professionisti, ma anche per gli enti banditori e i committenti privati che ricorrono a ribassi e sviliscono l’immagine della professione.
È sempre possibile aderire a #ilProgettoNONèScontato: qui puoi scaricare le immagini per diffondere la campagna, e qui invece puoi leggere la mini guida di applicazione della tua adesione alla firma nelle mail.

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