La parola agli architetti 03/2020

Dal focus group OAT Sostenibilità ed energia agli specialisti del BIM, dal Politecnico alla Soprintendenza: il design è un tema multidisciplinare ed è soltanto con l’unione di competenze eterogenee che si può costruire una proposta completa e innovativa per la progettazione urbana post-pandemia. All’interno del dibattito che orbita intorno al manifesto “Architettiamo la città per la fase due”, il focus group OAT Design ha scelto di interpellare figure professionali eterogenee, fornendo un contributo suddiviso in cinque punti tematici.

  1. Sicurezza e accessibilità
    È necessario rileggere anche dal punto di vista del design urbano la sicurezza e l’accessibilità nella città nella “fase 2”. I nuovi paradigmi del distanziamento sociale e le regole per evitare il contagio non devono diventare ulteriore ostacolo tra le persone, ma costituire un’occasione progettuale per ripensare piazze, strade, marciapiedi, rampe, dissuasori, accessi e illuminazione pubblica. L’obiettivo deve essere quello della massima inclusività e della sicurezza outdoor di sistema, in una città senza barriere, con “arredi dinamici” a misura di tutti e sistemi di gestione dell’energia a livello di distretto (Design for all).
    In collaborazione con: focus group OAT Interior (per l’accessibilità verso esercizi commerciali – HoReCa), focus group OAT Sostenibilità ed energia
  2. Sistemi di segnaletica
    La comunicazione, la segnaletica e la luce sono strumenti materiali e immateriali di progetto. Attraverso un’operazione di mappatura, rilettura e ri-progettazione dei sistemi di segnaletica fisici e delle App che usiamo e useremo per muoverci nelle città  – comprese quelle che il Governo metterà a disposizione nel post-Covid (come Immuni) – possiamo usare il design e la comunicazione come “nuovo lessico” di orientamento sociale, per sperimentare linguaggi e riordinare segni che ormai appaiono ridondanti.
  3. Mappatura dinamica
    L’innovazione e in particolare il lavoro sui Big Data devono diventare strumento di design dinamico. I flussi delle persone, gli spostamenti pedonali e veicolari, la mobilità dolce e su quattro ruote verrà ancor di più misurata e monitorata da telecamere e droni. Questo flusso di dati dinamici, oltre che informare la città e i decisori in relazione al monitoraggio e alla nostra sicurezza, è uno straordinario e innovativo strumento di “mappatura dinamica” che può essere usare nel progetto. Questi flussi possono essere studiati e inseriti in modelli tridimensionali BIM per il design urbano.
    In collaborazione con: focus group OAT BIM e nuove tecnologie (già attiva per “Spazio al Design 2020”), focus group OAT Infrastrutture della mobilità e del territorio.
  4. Tavoli territoriali
    Bisogna aprire un tavolo di confronto con i partner per sperimentare nuove metodologie di analisi progettuale. In questi ultimi anni abbiamo costruito una rete di partner e stakeholder per affrontare i temi dell’accessibilità, della resilienza e della micro rigenerazione urbana. Occorre elaborare nuove strategie e processi di analisi di contesto sistemico e poi di lettura dei dati dinamici raccolti, insieme alla Città di Torino (assessorati, ufficio droni di Todesco), Camera di Commercio, Politecnico di Torino, associazioni di categoria, CPD, Soprintendenza Archeologica e stakeholder privati.

    In collaborazione con: Fondazione per l’Architettura / Torino, Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, Città di Torino, Politecnico di Torino, Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Torino
  5. Semplificazione delle procedure
    L’apparato normativo e autorizzativo e  i rapporti con l’amministrazione pubblica sono da semplificare. Occorre immaginare e condividere idee sostenibili per la semplificazione di tutto ciò che riguarda la progettazione dello spazio pubblico e la sicurezza, la prevenzione incendi e l’organizzazione di eventi in spazi pubblici, i mercati, i dehors. Crediamo che il design possa fare molto anche in questo campo come facilitatore, contribuendo con innovazioni di processo o di sistema atte a snellire procedure e a valorizzare best-practice.
    In collaborazione con: focus group OAT Procedure edilizie, focus group OAT Sicurezza nei cantieri e nei luoghi di lavoro, focus group OAT Prevenzione incendi, focus group OAT Conservazione, riuso, restauro.

Focus group OAT Design 

I contributi degli architetti per il manifesto “Architettiamo la città per la fase due” continuano anche in diretta facebook: riguarda l’ultima puntata andata in onda giovedì 4 giugno!

 

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