La parola al presidente 13/2019

Cari colleghi,

è di pochi giorni il sì alla TAV da parte del Capo del Governo. Una buona notizia per Torino e per l’Italia. Le connessioni a livello nazionale e internazionale, la capacità di fare sistema e di cooperare sono essenziali per superare l’isolamento del nostro Paese e per il rilancio dell’economia.

Tuttavia, il mancato sostegno a questa operazione che io ritengo fondamentale da parte dell’Amministrazione locale mi offre l’opportunità per un commento sul governo della Città di Torino.

Questo è peraltro un tema su cui l’Ordine si era offerto di curare un confronto pubblico con i cittadini per approfondire le diverse posizioni, trovando però il parere contrario dell’Amministrazione.

Da quando è iniziato il percorso di revisione del Piano Regolatore, circa due anni fa, non è stato istituito alcun tavolo di confronto con gli stakeholder locali; sono stati avviati dibattiti con i cittadini attraverso i Mercoledì del piano sotto i portici di piazza Palazzo di Città, ma anche in questo caso le linee guida della revisione mancavano di contenuti fondamentali, quali ad esempio una progettualità che coinvolgesse anche l’area metropolitana.

Anche sotto questo aspetto la scelta di abbandonare il piano strategico come strumento di pianificazione è stata perdente: avrebbe dato l’opportunità di ripensare l’organizzazione urbanistica della città senza limitarsi all’interno dei confini comunali e avrebbe proposto una visione di medio-lungo periodo di cui sentiamo la mancanza in questa fase politica. Durante il percorso Architettiamo la Città, prima nelle Circoscrizioni e poi nei Comuni della Città Metropolitana, ci siamo resi conto dell’assenza di un pensiero per una Torino organica: le diverse centralità invece di essere valorizzate come avviene a Milano (cosa su cui il Sindaco Beppe Sala esprime piena soddisfazione) diventano oggetto di isolamento.

Ricordo che, secondo i dati del Cresme, Torino continua a perdere abitanti e se non imparerà a considerarsi Città Metropolitana non potrà competere con gli altri contesti urbani.

In questi anni abbiamo perso alcuni grandi eventi che permettevano di attirare risorse e attenzione sulla città. È positiva la vittoria delle ATP Finals, ma non basta per compensare il resto. Così come non è sufficiente lo sforzo che viene fatto per promuovere la città a livello internazionale in occasioni come il MIPIM dove è mancata la comunicazione anche delle opportunità già in essere, come il Parco della Salute.

Il progetto Torino Centro Aperto che prevede l’allargamento della ZTL è stato buttato in pasto alla cittadinanza senza una riflessione condivisa e, al di là dello spazio per alcune critiche tecniche, non c’è stata condivisione neanche con gli stakeholder. Era stato avviato inizialmente un tavolo di lavoro tecnico sul libretto del fabbricato, ma è stato bloccato prima di produrre esiti concreti.

In questi anni non abbiamo visto portare avanti nessuna collaborazione fattiva con la città di Milano e non sono stati introdotti modelli innovativi di gestione del patrimonio architettonico e delle trasformazioni urbanistiche; penso al temporary use per i contenitori vuoti, alla valorizzazione del social impact o all’inserimento nella rete del C40.

L’Amministrazione con le sue scelte ha diviso e non ha unito, lasciando in eredità una città senza coraggio. Gli architetti auspicano una Torino internazionale, sociale, attrattiva, sostenibile, connessa e proiettata verso il futuro. In attesa della nomina del futuro assessore all’urbanistica di Torino, siamo comunque disponibili a riaprire un dialogo con l’Amministrazione.

L’auspicio è che riparta il lavoro e che con la ripresa dopo la pausa estiva si avvertano segnali positivi per le opportunità professionali degli architetti torinesi.

Un abbraccio a tutti e un augurio di buone vacanze.

Massimo Giuntoli
Presidente Ordine Architetti PPC Torino

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