Sanatoria edilizia e paesaggistica

Quando si costruisce un immobile o si realizza un intervento edilizio, la legge impone che venga richiesto un permesso o si presenti la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA). Quando questi presupposti mancano o vengono violati, l’opera realizzata è considerata abusiva. Tuttavia, in alcuni casi, la sanatoria permette di regolarizzare tali situazioni.

Il corso Sanatoria edilizia e paesaggistica. Normativa vigente e casistica alla luce della più recente giurisprudenza vuole approfondire i temi della sanatoria edilizia/strutturale e dell’accertamento della compatibilità paesaggistica a partire dall’analisi della complessa normativa in vigore.

Durante il corso verranno esaminate diverse tipologie di abuso edilizio. In particolare:

  • nuove costruzioni realizzate in assenza, in totale difformità o in parziale difformità dal Permesso di Costruire o dalla Segnalazione Certificata di Inizio Attività, ovvero con variazioni essenziali e relativi accertamenti di conformità;
  • ristrutturazioni realizzate in assenza o in difformità dal titolo abilitativo e relativa sanatoria;
  • interventi edilizi eseguiti in assenza di autorizzazione in aree soggette a vincolo paesaggistico e relativo accertamento di compatibilità paesaggistica.

La recente giurisprudenza in materia ha introdotto alcune novità. Fra queste, la cosiddetta “sanatoria giurisprudenziale”, ossia la sentenza del Consiglio di Stato n.1169 del 27/2/2018. Dopo varie pronunzie contrastanti, la sentenza ha ribadito che la sanatoria, quale accertamento postumo di conformità, è possibile solo qualora l’intervento risulti conforme sia alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente al momento della realizzazione del manufatto, sia a quella vigente al momento della presentazione della domanda ammissibile.

Invece, in materia di accertamento della compatibilità paesaggistica, il Consiglio di Stato, con la sentenza n.4635 del 30 luglio 2018, ha specificamente indicato quali sono le condizioni che devono congiuntamente ricorrere affinché possano essere sanate le opere abusivamente realizzate in aree sottoposte a specifici vincoli paesaggistici.

Infine, con la sentenza del Consiglio di Stato n.4823 del 18 ottobre 2017, l’istanza in sanatoria in zona vincolata può essere accolta qualora sia prevista la demolizione di volumi legittimamente realizzati per mantenerne altri realizzati invece senza titolo, in una sorta di compensazione.

Il tema dell’abusivismo è all’ordine del giorno in Italia. Il 22 settembre Legambiente ha presentato a Palermo il dossier Abbatti l’abuso. I numeri delle (mancate) demolizioni nei comuni italiani. Sebbene sia impossibile reperire dati attendibili sul numero di immobili abusivi esistenti in tutta Italia, Legambiente ha tentato di tirare le somme sul cemento abusivo chiedendo ai comuni il saldo tra ordinanze e demolizioni negli ultimi 15 anni. Su un campione di 1.804 comuni (il 22,6% dei comuni italiani), dal 2004, anno successivo all’ultimo condono edilizio, a oggi, è stato abbattuto solo il 19,6% degli immobili colpiti da ordinanza di demolizione. Dati che purtroppo non fanno ben sperare.

Per approfondimenti vai al corso Sanatoria edilizia e paesaggistica  che sì terrà per due giovedì consecutivi, l’8 e il 15 novembre dalle 13.30 alle 17.30 presso la sede dell’Ordine. La partecipazione prevede il riconoscimento di 8 CFP. Iscrizioni aperte fino al 19 ottobre.

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