La rigenerazione urbana come progetto integrato di territorio

Nell’ambito della Conferenza Nazionale degli Ordini che si è tenuta il 9 e 10 ottobre ad Agrigento, l’Ordine degli Architetti di Torino – rappresentato dalla Presidente Roberta Ingaramo e dalla Consigliera Noemi Gallo – ha presentato e discusso anche il tema della rigenerazione urbana.

Durante la presentazione è stato analizzato come la rigenerazione urbana e territoriale non produca soltanto edifici, ma generi sistemi di valore di natura diversa. Si tratta di valore ambientale o meglio ecosistemico, attraverso la creazione di spazi verdi, infrastrutture ecologiche e mobilità sostenibile; di valore sociale, grazie alla realizzazione di spazi pubblici e semi-pubblici capaci di favorire l’aggregazione e migliorare la qualità della vita e di valore economico, con l’attrazione di persone, attività e investimenti che generano ricadute positive sul territorio. Studi e pratiche internazionali – come l’approccio danese dello studio di Hennig Larsen, centrato sugli impatti sui comportamenti e sulla salute, o l’esperienza di Perrault a Parigi, che integra architettura, paesaggio e infrastrutture – confermano la necessità di valutare i progetti non soltanto in termini edilizi, ma rispetto agli effetti complessivi sulla comunità e sull’ambiente.

La rigenerazione urbana va considerata come progetto integrato di territorio, capace di valorizzare la pluralità di componenti che caratterizzano contesti come quello piemontese: città, centri minori, montagne, valli, aree agricole, patrimoni produttivi e culturali. Allo stesso tempo, la governance dei processi non può più basarsi unicamente su strumenti tradizionali come gli oneri di urbanizzazione, che restano ancorati a logiche frammentate e privatistiche. La complessità degli scenari economici e i costi di costruzione elevati richiedono modelli innovativi di gestione: partenariati pubblico–privati stabili, sistemi di monitoraggio dell’impatto sociale e ambientale, pratiche di co-progettazione che coinvolgano istituzioni, comunità e investitori.

“Rigenerare non significa soltanto ridurre gli impatti negativi – emissioni, consumo di suolo, inquinamento” ha affermato la Presidente Roberta Ingaramo, “ma soprattutto generare nuovo valore: lavoro, energia pulita, innovazione, cambiamento sociale, in sintesi, qualità della vita. Il contributo degli Ordini professionali può consistere nell’offrire un quadro tecnico e comparativo che aiuti a strutturare i progetti secondo valori riconosciuti e modelli di governance adeguati.”

La prospettiva di città come Torino, che si prepara a un nuovo Piano Regolatore, mostra come una rigenerazione innovativa che guarda al futuro debba essere territoriale, integrata e misurabile, capace di andare oltre il singolo intervento edilizio e di costruire valore pubblico incrementale e durevole.

Condividi

Ricerca un termine

oppure

Ricerca per argomento