Mercoledì 25 maggio 2022 ore 18.00
CAP 10100
Corso Moncalieri 18, Torino
Il 25 maggio alle ore 18.00 saranno presentati i vincitori di Architetture Rivelate, il premio dell’Ordine degli Architetti di Torino che dal 2004 valorizza le architetture che contribuiscono a migliorare la qualità dell’ambiente costruito, dando loro la visibilità che meritano.
Per questa 15^ edizione sono stati candidati 46 progetti, tra i quali sono stati selezionati GNR_Il Generale per la categoria “Nuova costruzione e riuso”, Brands Distribution per “Allestimenti temporanei e spazi interni”, Spazio Elementare per “Spazi aperti, infrastrutture e paesaggio” e Centro scolastico-sociale / Cascina La Marchesa e Centro di Servizi Sociali e Residenziali Est “La Serra”, nominati ex aequo per la segnalazione “Opera del secondo ‘900”.
L’iniziativa è a ingresso libero fino a esaurimento posti.
Nell’attesa, ecco nel dettaglio i nomi dei progettisti e le motivazioni della giuria composta da Maria Giuseppina Grasso Cannizzo (presidente), Luca Macrì, Alessandra Raso, Davide Giancola e Giulia Nardi.
GNR_Il Generale
Progetto di Archisbang – Marco Giai Via, Silvia Minutolo, Alberto Perino
Anno 2018-2019
Via Bertolotti 18, Ivrea (TO)
Vincitore per la categoria “Nuova costruzione e riuso”
Motivazione della giuria: «L’opera realizzata è l’esito felice di una strategia di trasformazione che attraverso un esame approfondito, la capacità di ascolto, la persuasione ed il confronto, riesce ad individuare una soluzione condivisa tra il luogo, i desideri, le consuetudini, le norme.
La soluzione prospettata si sovrappone all’esistente insediandosi senza clamore, con discrezione e misura, evita false restituzioni del passato, limita l’intervento allo stretto necessario, mette in luce con estrema chiarezza la propria ragione di essere.
Obiettivo del progetto è la definizione di un dispositivo vitale capace di trasformarsi all’occorrenza assumendo configurazioni diverse al mutare delle circostanze: la definizione dello spazio abitato coincide con l’individuazione di un confine permeabile che consente variazioni nella ripartizione di superfici, funzioni e ruoli.
Il progetto, presa in considerazione la possibilità di un intervento che riorganizzi gli spazi interni ed esterni, coinvolgendo i prospetti e stabilendo eventuali nuove connessioni, prende la decisione radicale di riportare l’edificio al volume essenziale.
Il risultato della operazione di resezione compiuta sull’edificato, in seguito all’inserimento del programma funzionale, si precisa alla luce di una strategia che si prefigge di ottenere uno spazio abitato frazionabile: vengono dimensionate e posizionate le nuove bucature ed introdotti nuovi elementi che garantiscono autonomia alle singole porzioni nel momento della necessità.
La realizzazione, frutto del controllo dell’intero processo, non rinuncia ad infondere nuova identità ai luoghi, restituendo allo sguardo della comunità le sequenze della crescita inarrestabile della città. I nuovi segni impressi sull’oggetto trovato si palesano attraverso l’uso dei materiali scelti.
Anche lo spazio privato è campo di sperimentazione di una possibile strategia di crescita sostenibile: il processo di trasformazione, in un momento in cui il contenimento dello spreco è diventato una priorità, mette in atto nuove pratiche per prolungare la aspettativa di vita dell’esistente».
Brands Distribution
Progetto di BALANCE ARCHITETTURA – Alberto Lessan, Jacopo Bracco, Giorgio Salza
Anno 2021
Via Quittengo 35, Torino
Vincitore per la categoria “Allestimenti temporanei e spazi interni”
Motivazione della giuria: «Il progetto si colloca all’interno di un ex edificio industriale facente parte di un’area della città caratterizzata da un processo di rigenerazione urbana (ex Scalo Vanchiglia).
In linea con alcuni degli altri interventi realizzati all’interno di immobili confinanti con quello in oggetto, la rifunzionalizzazione della preesistenza non nasconde e anzi mostra apertamente le caratteristiche formali del fabbricato in cui si inserisce, utilizzandole come punto di partenza nella progettazione del nuovo allestimento, che viene mostrato apertamente come “altro” attraverso l’uso di materiali, colori e texture estranei al linguaggio progettuale industriale.
Gli elementi modulari che suddividono gli spazi, realizzati a secco, sono facilmente rimovibili e riconfigurabili, assicurando così all’edificio la possibilità di avere in futuro una nuova vita senza andare incontro a trasformazioni strutturali.
Ulteriore nota di merito è la fusione degli ambienti di relazione degli utenti con i percorsi e gli spazi connettivi, soluzione che pone l’accento sulle relazioni umane promuovendo e supportando gli scambi tra gli impiegati sia durante le pause che durante altri momenti della giornata».
Spazio Elementare
Progetto di: abp architetti (Arch. Andrea Borghi, Arch. Alberto Becherini, Arch. Piera Bongiorni), Geom. Paolo Capristo
Anno 2019-2020
Via San Francesco, Rivarolo Canavese (TO)
Vincitore per la categoria “Spazi aperti, infrastrutture e paesaggio”
Motivazione della giuria: «L’opera realizzata è estremamente coerente con gli obbiettivi progettuali dichiarati che, a loro volta, offrono una risposta attenta e chiara alle esigenze di rigenerazione urbana richieste dall’Amministrazione.
La soluzione proposta è proporzionata al contesto, semplice e rigorosa. Mantiene fino in fondo un assetto chiaro senza licenze gratuite ad elementi estranei al programma.
L’offerta di un sistema di spazi con fruizioni per temi genera un interessante amplificazione di frequentazione dello spazio ed è vincente per il miglioramento della qualità dell’ambiente costruito. Al medesimo tempo la diversificazione è risolta con lievi ed opportune variazioni sul tema, sempre secondo le necessità del progetto, permettendo di conservare l’unitarietà complessiva dell’intervento.
Le aree dedicate alle varie funzioni sono nettamente definite, attrezzate e ben organizzate, utilizzando però sempre la medesima modalità compositiva ed elementi funzionali ricorrenti. Tra di esse non si coglie gerarchia ed emerge una metodologia progettuale chiara e distesa rivolta nel complesso ad ampliare l’offerta delle attività e dei momenti di socializzazione di questo nuovo spazio pubblico.
Complessivamente il parco risolve felicemente il vuoto urbano come nuovo luogo di aggregazione, in sostituzione di un edificato anch’esso con destinazione collettiva, insediandosi sull’esistente con compostezza e misura».
Centro scolastico-sociale / Cascina La Marchesa
Progetto di Pio Luigi Brusasco, Maria Carla Lenti, Paolo Maggi, Giovanni Torretta, Gian Pio Zuccotti
Anno 1973-1978
Corso Vercelli 141, Torino
Segnalazione ex aequo per la categoria “Opera del secondo ‘900”
Motivazione della giuria: «Progetto di fine anni ’70, periodo durante il quale il capoluogo piemontese arrivò ad essere tra le città italiane più dotate di nuove scuole. Edificio realizzato per dare una risposta alla carenza di aree a standard nei quartieri operai a nord della Città, che comprende un complesso scolastico (infanzia e secondaria inferiore), un centro sportivo, una biblioteca civica, un teatro e una sala conferenza, oltra a spazi esterni per le relazioni e l’inclusione sociale.
Al progetto iniziale del nuovo edificio scolastico fu accorpato anche il lotto confinante in cui si trovava, in condizioni di abbandono, il rustico neoclassico di quella che fu la cascina un tempo chiamata “la Marchesa”, che dal 1981 diventa sede della Biblioteca civica decentrata “Cascina Marchesa”, di un auditorium e di un centro culturale.
Incontro non mitigato tra esigenze differenti: da una parte recuperare e rifunzionalizzare un edificio del XVII Sec abbandonato, dall’altro voler realizzare un nuovo edificio ad uso scolastico che potesse costituirsi quale spazio aggregativo per la comunità.
Il brutalismo delle architetture intreccia relazioni prettamente utilitaristiche con le preesistenze, riuscendo pienamente a far dialogare perfettamente funzioni differenti, spazi educativi e aree esterne».
Centro di Servizi Sociali e Residenziali Est “La Serra”
Progetto di Iginio Cappai, Pietro Mainardis
Anno 1975
Corso Botta 30, Ivrea (TO)
Segnalazione ex aequo per la categoria “Opera del secondo ‘900”
Motivazione della giuria: «Unico nel suo genere, trattasi di edificio di elevata qualità formale, icona della storia dell’architettura olivettiana, universalmente riconosciuto dalla critica internazionale in quanto tale, riconducibile ai modelli dell’architettura radicale sviluppati tra gli anni ’60 e ’70, realizzato su progetto di architetti italiani di chiara fama.
Edificio articolato su cinque livelli che contengono svariate destinazioni d’uso, tra esse complementari:
- unità abitative, previste per il soggiorno temporaneo di tecnici e intellettuali in visita, poi convertite in albergo e successivamente in piccole residenze private;
- impianti sportivi e piscina;
- sale conferenze-cinema;
- negozi e spazi d’incontro;
- passeggiata archeologica al piano fondazioni sui resti della colonia romana.
Trattasi di un vero e proprio sistema urbano e non solo di un contenitore funzionale. Perfetto esempio di design, spazio per la creatività e socialità che è parte di una storia sociale e architettonica eccezionale non solo per la comunità eporediese».