L’Assessore in Consiglio

Lo scorso mercoledì 1° dicembre il Consiglio dell’Ordine e il Consiglio di Fondazione hanno incontrato Paolo Mazzoleni, il neoassessore all’Urbanistica di Torino: già presidente dell’Ordine degli Architetti di Milano, Mazzoleni esercita la libera professione di architetto alla quale affianca la docenza al Politecnico di Milano. È un convinto sostenitore dei concorsi di architettura ed è stato membro e presidente della Commissione per il Paesaggio del Comune di Milano.
Nel dettaglio, le deleghe affidatigli dal Comune sono: Piano Regolatore Generale, Piani Esecutivi Convenzionati Edilizia Privata, Arredo Urbano, Banca dati e nuova cartografia, Progetto dello spazio pubblico, Coordinamento grandi progetti e Grandi infrastrutture nel settore dei trasporti.
L’incontro è stato voluto dall’Ordine e Fondazione, quale occasione di presentazione dei Consigli e confronto diretto, con l’obiettivo di approfondire i programmi in serbo per dare sostanza al rilancio della città, per affrontare i temi chiave per gli architetti come il PRG, le possibili ricadute sul territorio dei finanziamenti del PNRR e per valutare collaborazioni fattive tra i nostri enti

Il colloquio ha toccato diversi temi. Sul Piano Regolatore, l’assessore ha confermato che:

“Tra mie deleghe rientra anche il tema del PRG. Da professionista cresciuto a Milano, noto che Torino sia una città ricca di potenzialità e opportunità che, a volte, dimentica di avere perché concentrata sulle sue criticità.
Torino ha tutti gli elementi fondamentali su cui basare orizzonti positivi, ma non bisogna fare l’errore di paragonarsi a città europee che non sono in linea con le proprie misure e dimensioni, rischiando di perdere le sue peculiarità: Valencia, Copenaghen, Lione sono esempi di città europee da cui Torino potrebbe prendere ispirazione.
Il Piano serve alla Città per guidare le trasformazioni e delinearne le strategie. Lo realizzeremo all’interno del processo avviato e ottimizzando il lavoro già fatto. Vogliamo dare a Torino un nuovo Piano e non limitarci a una semplice manutenzione, rispettando l’iter lungo e complesso previsto dalla legge urbanistica regionale: ripartire da zero significherebbe perdere anni, un lusso che non ci possiamo permettere. Una possibile soluzione è quella della ristrutturazione del piano basata su una strategia condivisa, una soluzione complessa che però deve essere affrontata, anche insieme a stakeholder, iniziando a lavorare sulla condivisione di obiettivi comuni che facciano da guida strategica per i prossimi passi”.

Altra questione di rilievo è lo spazio pubblico:

“Tra le mie deleghe rientra anche quella dello “Spazio pubblico”, una delega alla quale qui a Torino non è ancora associato un ufficio con questo nome e che esplicita molto bene una delle sfide che la Giunta si pone.
A mio giudizio ci sono delle eccellenze da poter prendere quale esempio e declinarle a Torino come il progetto Piazze Aperte già sperimentato a Parigi in Francia, Atene in Grecia, New York e Los Angeles negli Stati Uniti”.

Il discorso è proseguito elencando alcune criticità oggettive, come quella degli Uffici e servizi:

“All’interno della PA come a Torino a Milano, Bergamo, ecc. esiste un fenomeno di carenza endemica del personale, risultato di tagli al risparmio e con il quale ora bisogna fare i conti. La maggioranza dei dirigenti è stata assunta nello stesso momento storico e in questo periodo assistiamo a pensionamenti in blocco che, purtroppo, coincidono con il mio arrivo.
Gli uffici tecnici, per esempio, hanno bisogno di essere potenziati: i fondamentali alla base sono solidi – personale preparato, digitalizzazione, accesso agli atti migliore rispetto ad altri Comuni, ecc – ma è indispensabile ricostruire la struttura, indebolita dai pensionamenti”.

Quale potrebbe essere il coinvolgimento fattivo da parte degli Ordini?

“La collaborazione con gli Ordini professionali è fondamentale, ne ho la prova anche dalle esperienze pregresse a Milano.
Gli Ordini possono avere un ruolo straordinario: le macchine amministrative non riescono a dialogare direttamente con i professionisti ed è necessario un ente intermedio che faccia da mediatore. L’Ordine è indispensabile quando si palesa un problema diffuso tra gli iscritti e per restituire all’amministrazione un quadro d’insieme, rendendola consapevole del problema.
Vogliamo raccogliere e delineare insieme gli obiettivi da porci, pensare ai dispositivi per la loro attuazione, ragionare sul piano e sullo spazio pubblico
Sono certo che all’interno dell’amministrazione, si possa lavorare sui bandi e concorsi di progettazione, argomenti a me cari. L’Ordine di Torino e la Fondazione per l’architettura / Torino hanno sempre dimostrato una grande attenzione per i concorsi di architettura, seguendo la programmazione di concorsi e proponendo una formazione specifica per la figura del programmatore di concorsi: professionalità di cui si avverte urgentemente bisogno.
So che il vostro Ordine è organizzato in gruppi di lavoro, i Focus Group, dedicati a tematiche che potranno sicuramente interagire in maniera propositiva con l’amministrazione”.

 

Oltre ai Consigli di Ordine e Fondazione, ha partecipato all’incontro anche il presidente dell’Ordine Architetti Catania Sebastian Carlo Greco.

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