La parola al presidente 13/2018

Cari colleghi,

in occasione del Congresso Nazionale degli Architetti che si è tenuto a Roma nei giorni scorsi, sono intervenuto in materia di lavoro e innovazione, portando il contributo del Piemonte e della Valle d’Aosta.

I dati della condizione degli architetti italiani sono sconfortanti: sono tra i professionisti con il reddito più basso, che tra il 2007 e il 2015 ha avuto un crollo circa del 40%.

Le previsioni sull’andamento del mercato delle costruzioni nel 2018 mostrano qualche timido segnale positivo che speriamo possa essere indicatore di un’inversione di rotta, ma è necessario un impegno anche politico.

La riqualificazione dell’esistente è uno dei temi chiave su cui si gioca il futuro della professione e il fatto che nel decennio 2007-2017 il settore della manutenzione straordinaria sia stato l’unico ad aver retto, anzi, a crescere (del 20%) ci dimostra la correttezza di questa azione:

è importante proseguire un’attività di lobbying affinché vengano rinnovate e incrementate le misure che incentivano il rinnovamento edilizio

come il bonus ristrutturazione, l’ecobonus o il bonus verde o gli sgravi sugli oneri di urbanizzazione e costruzione ed è essenziale far proseguire il percorso della legge nazionale sul riuso.

Un’altra questione è quella dell’accesso ai fondi europei, strumento importante per l’innovazione e la digitalizzazione degli studi professionali, e del sostegno a progetti di internazionalizzazione per intercettare i mercati esteri:

nella programmazione dei fondi 2021-2027 deve essere garantita l’equiparazione dei liberi professionisti alle PMI affinché aumentino le opportunità di finanziamento.

Stiamo assistendo ad un processo di cambiamento dei luoghi della produzione con il programma Industria 4.0: alta intensità tecnologica, altissima automazione, formazione hi-tech, e l’architetto può essere un partner dell’industria in questa fase. L’esperienza del concorso di architettura del gruppo Sigit a Torino programmato dalla Fondazione lo dimostra. Perché questo sia possibile però è necessario investire nella formazione di nuove competenze.

Alla base c’è sempre un’idea di architetto imprenditore di se stesso: capace di leggere i mercati e imparare a rispondere alle richieste, anche individuando nuovi ambiti per la professione, che opera attraverso forme di aggregazione professionale in strutture flessibili per essere competitivo e in grado di collaborare in modo continuativo con il mondo imprenditoriale.

 

Massimo Giuntoli
Presidente Ordine Architetti PPC Torino

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