Vetrate senza vincoli

Tra le novità in vigore del 22 settembre apportate in materia edilizia dal Decreto Aiuti bis rientra l’ampliamento dell’“edilizia libera”, l’area di interventi per la cui realizzazione non sono necessari titoli abilitativi come la SCIA, la CILA, il PdC, etc.

Tra gli interventi liberalizzati rientra infatti la realizzazione di vetrate panoramiche amovibili e totalmente trasparenti (VEPA) per le quali ora non occorrono più comunicazioni al Comune, a patto che non determinino aumenti di volume o cambi di destinazione d’uso.

Obiettivo della semplificazione è incentivare gli interventi che concorrono al miglioramento delle prestazioni energetiche attraverso la riduzione di dispersione di calore, senza più gli oneri burocratici prima previsti dal testo unico dell’edilizia. Novità che dal punto di vista estetico ha suscitato non poche perplessità temendo alterazioni in negativo dell’immagine urbana, soprattutto in relazione a centri e borghi storici.

“Dal punto di vista energetico, oltre ad essere un allineamento con gran parte degli altri Paesi in Europa la liberalizzazione delle vetrate panoramiche rappresenta un piccolo grande passo che riconosce l’importanza di tutti gli incentivi per la salvaguardia delle risorse energetiche, indipendentemente dalla dimensione dell’intervento” dichiara la presidente dell’Ordine Maria Cristina Milanese. “Dal punto di vista estetico, invece, bisogna ricordare che la liberalizzazione della VEPA non annulla tutte le normative che noi progettisti siamo sempre tenuti a seguire in ogni tipo di intervento: i vincoli architettonici posti agli immobili dal codice dei beni culturali e del paesaggio, così come le norme per la sicurezza, l’antincendio, le disposizioni antisismiche o igienico-sanitarie. Per questo motivo la liberalizzazione, più che una minaccia alla preservazione della bellezza dei centri storici, dovrebbe essere vista come un’opportunità di valorizzazione dei numerosissimi balconi dimenticati, soprattutto nelle aree più periferiche, a vantaggio dei proprietari e dell’immagine urbana”.

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