Tutele non per tutti

Anche gli architetti sono tra i professionisti che il Decreto Rilancio esclude dalle tutele, così come tutti “i professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria di cui ai decreti legislativi 30 giugno 1994, n.509 e 10 febbraio 1996, n. 103”.

Denunciato come “un’inaccettabile discriminazione” dal Consiglio Nazionale degli Architetti e dagli Ordini e Collegi che rappresentano oltre 2,3 milioni di lavoratori su tutto il territorio nazionale, il DL Rilancio esclude tutti i professionisti ordinistici dall’accesso ai contributi a fondo perduto previsti per gli autonomi danneggiati dalla chiusura forzata delle attività dettata dall’emergenza Covid.

Un tema centrale anche durante gli Stati generali delle professioni italiane dello scorso 4 giugno, la manifestazione online promossa come occasione di dibattito tra professionisti e rappresentanti politici e per rivendicare il contributo economico e sociale finora negato ai tanti lavoratori tagliati fuori dalle riforme, sancendo il rispetto del principio di equiparazione tra attività di impresa e liberi professionisti. L’iniziativa è visibile sul canale Youtube dedicato.

Una buona notizia, invece, riguarda l’affitto degli studi professionali: l’Agenzia delle Entrate ha reso noto che dal 6 giugno è possibile richiedere il credito d’imposta corrispondente al 60% dell’ammontare mensile del canone di locazione per immobili utilizzati per le attività artigianali, industriali e professionali dell’attività di lavoro autonomo. Possono beneficiarne le attività con ricavi inferiori a 5 milioni di euro e che hanno subito una diminuzione del fatturato nei mesi di marzo, aprile e maggio di almeno il 50 % rispetto allo stesso mese del periodo d’imposta precedente.

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