Torino verso il futuro: gli architetti protagonisti del nuovo Piano Regolatore

La Fabbrica delle “e”, il 22 ottobre, è stata teatro di un incontro esclusivo dedicato agli iscritti dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Torino, per approfondire le linee guida del nuovo Piano Regolatore Generale (PRG) della città. L’evento, organizzato dall’Ordine e guidato dalla presidente Roberta Ingaramo, ha registrato una grande partecipazione, sia in presenza sia da remoto, a testimonianza della vitalità e dell’interesse della comunità professionale verso i temi della pianificazione urbana.

L’incontro si è aperto con i saluti della presidente Ingaramo, che ha sottolineato l’importanza di un ruolo attivo dei professionisti nella costruzione della città futura. «Un piano che guarda al futuro e mette al centro la qualità della vita dei cittadini – ha dichiarato Ingaramo – richiede attenzione alle specificità dei quartieri e strumenti efficaci per guidare la trasformazione urbana. La città per crescere ha bisogno di regole chiare che permettano di individuare ipotesi di progetto diversificate, ma rispondenti ad un disegno più ampio e condiviso di trasformazione della città. Torino può essere laboratorio di innovazione a cui guardano con interesse i diversi centri del territorio della sua provincia, dove lavorano molti dei nostri professionisti”.

A questo link l’intervista completa della Presidente Roberta Ingaramo rilasciata a La Stampa di Torino.

A seguire, l’Assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni ha presentato i principi chiave del nuovo PRG, definendolo adattivo, inclusivo e innovativo. Il piano si propone di garantire regole eque per la trasformazione urbana, promuovere la coesione sociale e favorire interventi mirati nelle aree più complesse o invecchiate della città. “Da trent’anni non veniva redatto un nuovo PRG”, ha ricordato l’Assessore Mazzoleni. “In questi decenni sono state approvate oltre 333 varianti per restare al passo con i cambiamenti. Oggi serve una regia pubblica forte capace di orientare lo sviluppo urbano in modo coerente e condiviso.”

A questo link gli articoli dedicati del Corriere e di Repubblica:

Paolo Mazzoleni ha spiegato come il PRG sia stato sviluppato attraverso un percorso di ascolto della città durato tre anni, che ha coinvolto circoscrizioni, università, associazioni, sindacati e soprattutto cittadini, raccogliendo le cosiddette “Voci di Quartiere”. Un approccio che riflette l’idea di un piano partecipativo, che non impone soluzioni dall’alto, ma accompagna la trasformazione urbana con strumenti chiari e condivisi.

A seguire, una tavola rotonda di confronto ha riunito voci provenienti dal mondo della professione, della ricerca e delle istituzioni: Giovanni Alifredi (architetto urbanista), Carlo Alberto Barbieri (coordinatore del Focus Group OAT “Governo del territorio”), Simona Della Rocca (studio BDR Bureau), Carolina Giaimo (presidente INU Piemonte e Valle d’Aosta), Cristiano Picco (studio Picco Architetti) e Angioletta Voghera (Vicerettrice aggregata per il supporto alle Pubbliche Amministrazioni, Politecnico di Torino).

Tema molto discusso quello delle Figure di Ricomposizione Urbana (FRU), gli strumenti per intervenire nei quartieri più complessi, e le strategie per garantire che la crescita della città non lasci indietro nessuna comunità.

La grande risposta del pubblico, attento e partecipe, ha confermato come l’Ordine, quando stimola eventi di alto livello culturale e tecnico, riesca a far sentire i professionisti non solo informati, ma protagonisti del cambiamento. Ingaramo ha sottolineato come la partecipazione attiva sia un segnale di fiducia e lungimiranza: “La comunità professionale vuole essere ascoltata e contribuire concretamente al progetto della città del futuro. Il nostro compito è creare occasioni in cui questo dialogo costruttivo possa avvenire”.

Con il nuovo PRG, Torino si prepara quindi a una pianificazione più attenta ai bisogni dei cittadini, capace di combinare investimenti, rigenerazione e innovazione. L’Ordine degli Architetti conferma così il suo ruolo centrale come facilitatore del dibattito urbano, punto di riferimento per i professionisti e promotore di una visione condivisa della città.

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