Riforma delle Professioni: novità e prospettive

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al disegno di legge delega per la riforma degli ordinamenti professionali, sono quattordici le professioni interessate e tra queste anche quella degli Architetti.

Un provvedimento atteso da tempo, che a 13 anni dall’ultima legge organica (Dpr 137/2012) torna a mettere al centro il ruolo economico, sociale e culturale delle professioni, tracciando un percorso di modernizzazione e aggiornamento dell’intero sistema.

Il Ddl fornisce la cornice di principi e linee guida, rimandando a successivi decreti delegati l’attuazione concreta delle misure. Ora l’iter passa al Parlamento per l’esame e l’approvazione definitiva.

Tra i punti chiave della riforma figurano:

  • Equo compenso: estensione del principio a tutti i rapporti con i clienti, con la definizione di parametri adeguati per la determinazione degli onorari.
  • Formazione e tirocinio: revisione della formazione continua e riorganizzazione del tirocinio professionale, con l’obiettivo di renderli più aderenti alle esigenze del mercato e di snellire i percorsi di accesso alla professione.
  • Specializzazioni: definizione di una disciplina organica, con corsi formativi gestiti dai consigli nazionali e dagli ordini territoriali, anche in convenzione con le università.
  • Governance ordinistica: revisione del sistema elettorale dei consigli nazionali e degli ordini e collegi territoriali, con la conferma della loro natura di enti pubblici non economici dotati di autonomia patrimoniale e finanziaria.
  • Rappresentanza e trasparenza: misure a sostegno del ricambio generazionale, della parità di genere e della meritocrazia negli organi professionali.
  • Disciplina e welfare: interventi sul funzionamento dei consigli di disciplina e miglioramento del sistema di welfare, anche attraverso l’accesso ai servizi del Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (Siisl).

Come ha ricordato il Presidente CNAPPC Massimo Crusi, “l’evoluzione della nostra professione risiede nella capacità di assorbire e interiorizzare le nuove esigenze del mondo esterno con le nostre competenze culturali e tecniche. È quindi fondamentale stabilire regole moderne che riguardino equo compenso, formazione, intelligenza artificiale, esame di stato e welfare”.

A livello territoriale, l’Ordine degli Architetti di Torino accoglie con favore l’avvio di un processo che potrà avere ricadute concrete sulla quotidianità dei professionisti: “Si tratta di un passaggio importante, che riconosce il valore e la centralità delle professioni nel nostro Paese. Come Ordine di Torino seguiremo con attenzione l’iter parlamentare, portando il contributo della nostra comunità di iscritti affinché la riforma sia davvero uno strumento di crescita e innovazione” – sottolinea Roberta Ingaramo, Presidente OAT.

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