Care Colleghe, cari Colleghi,
con questa prima comunicazione desidero condividere alcune delle grandi linee lungo cui si orienterà il lavoro del Consiglio. Lo faccio con spirito di servizio e con l’intento di aprire un dialogo costante e costruttivo con tutte e tutti voi. È importante augurarsi (augurio rivolto ai miei colleghi neoeletti al Consiglio e a tutti noi professionisti) un buon lavoro: auspicando la coesione e la partecipazione al cambiamento. Del resto, il contesto in cui operiamo è in piena e veloce trasformazione. La professione si confronta con cambiamenti profondi – tecnologici, ambientali, sociali – che richiedono nuove competenze, nuovi strumenti e un nuovo posizionamento. L’Ordine può e deve giocare un ruolo attivo, diventando uno spazio di confronto aperto, aggiornamento qualificato e supporto concreto.
La trasformazione digitale – e in particolare l’intelligenza artificiale – sta già modificando il modo in cui progettiamo, gestiamo i processi e affrontiamo le complessità del costruire. Non si tratta di una prospettiva futura, ma di una realtà che interroga già adesso le nostre competenze. Come Ordine, riteniamo fondamentale offrire agli iscritti strumenti per utilizzare queste tecnologie in modo consapevole. L’AI può supportare la professione nel generare soluzioni più efficaci, nel semplificare procedure, nell’ampliare le possibilità del progetto. Perché ciò avvenga in modo efficace e responsabile, serve una formazione di qualità, continua, capace di integrare l’innovazione nei saperi tradizionali senza sostituirli.
La transizione ecologica non è un orizzonte possibile, ma un dovere sociale. Considerato lo scenario contemporaneo, la responsabilità dell’architetto assume un ruolo centrale. L’Ordine intende promuovere una cultura progettuale fondata su criteri di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, sarà impegnato a offrire strumenti operativi e occasioni formative per rafforzare, in chi esercita la professione, la capacità di interpretare questi temi con competenza, responsabilità e visione.
Restituire centralità alla figura dell’architetto significa riaffermarne il ruolo di attore competente nei processi decisionali che riguardano la trasformazione del territorio, lo sviluppo urbano, la qualità ambientale e la cultura del progetto. L’Ordine ha il dovere e l’ambizione di riportare la voce dei nostri professionisti nei luoghi in cui si definiscono le politiche pubbliche, assumendo il ruolo di interlocutore autorevole, capace di portare visione, metodo e responsabilità. Serve una regia collettiva nelle trasformazioni urbane, e l’architettura deve tornare a essere una componente strategica del discorso pubblico. L’Ordine lavorerà per consolidare un riposizionamento istituzionale che consenta alla professione di riconquistare uno spazio nel dibattito politico, attraverso il rafforzamento delle relazioni interistituzionali e il dialogo costante con la società civile.
Vogliamo costruire un Ordine che sia punto di riferimento reale per chi esercita la professione, dentro e fuori Torino, nelle aree urbane come nei contesti periferici. Un’istituzione che ascolta e accompagna, che riconosce e valorizza la diversità delle esperienze, che sostiene i giovani nel passaggio cruciale dalla formazione al lavoro. L’Ordine è presidio di garanzia per la collettività: promuovere la qualità nella professione significa contribuire alla tutela dell’interesse pubblico, alla sicurezza, alla bellezza e all’inclusività dei luoghi in cui viviamo.
È un progetto che acquista senso nella condivisione. Vi invito a farne parte, con passione, spirito critico e fiducia.
Roberta Ingaramo