Codice Appalti: lavori in corso

“Chiediamo garanzie per i professionisti e per l’architettura di qualità”

L’Ordine degli Architetti di Torino in sinergia con il sistema delle professioni tecniche è in prima linea per proporre al Parlamento modifiche fondamentali alla revisione del Codice Appalti, chiedendo garanzie per i professionisti e per un’architettura di qualità.

Già intervenuto a dicembre 2022 con una lettera aperta al Governo, il 27 gennaio 2023 l’Ordine ha rafforzato la propria posizione con una conferenza stampa alla Camera dei deputati tenuta insieme alla Rete delle Professioni Tecniche del Piemonte per illustrare i dubbi sugli aspetti più critici dell’attuale previsione. Condivise a livello nazionale dalle rappresentanze di tutte le categorie tecniche, le principali criticità sono:

  • il ricorso generalizzato all’appalto integrato, che penalizza la centralità del progetto e comporta un aumento dei costi di gara;
  • concorsi: la previsione del concorso in unica fase in sostituzione al concorso in due fasi, la quale implica che tutti i candidati forniscano gratuitamente un progetto di fattibilità tecnica ed economica. Un lavoro ingente già in fase di partecipazione, che comporta anche un aumento del costo complessivo della procedura. Riteniamo invece che il concorso in due fasi vada incentivato e promosso come prioritario per garantire la qualità architettonica, assicurare pari condizioni progettuali e non ostacolare l’inserimento dei giovani nel mondo della professione;
  • il mancato richiamo ad una specifica norma di legge per il calcolo dell’importo a base di gara negli affidamenti dei Servizi di architettura e ingegneria e altri servizi tecnici;
  • la possibilità di affidamento della prestazione d’opera intellettuale a titolo gratuito in casi eccezionali senza che tali casi siano definiti;
  • la richiesta di requisiti di partecipazione esorbitanti, in violazione il principio di apertura del mercato (fatturato anno precedente al posto dei migliori tre degli ultimi cinque anni e servizi tecnici da 10 anni a 3 anni);
  • il mancato divieto di subappalto;
  • l’eccessivo ricorso dell’affidamento della progettazione, della direzione lavori e del collaudo, all’interno degli uffici tecnici delle Stazioni appaltanti, in contrasto con le note e conclamate carenze di organico delle Stazioni appaltanti.

L’attività di dialogo dell’Ordine con le istituzioni politiche prosegue nella fase delle audizioni presso le Commissioni Parlamentari competenti.

L’Ordine di Torino mantiene alta l’attenzione su questo tema per ottenere una legge a vantaggio non solo dei professionisti ma di tutto il sistema Paese e delle future generazioni.

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