La parola al presidente 02/2020

Cari colleghi,
giovedì scorso abbiamo presentato i progetti vincitori della call Bottom Up! Quando la città si trasforma dal basso. La giuria ha selezionato 13 proposte tra le 48 pervenute:

Risorgimento Social Club – arch. Giorgio Davì
MiraOrti – arch. Federico Guiati
Cortile Mondo, la natura si fa scuola – arch. Mariolina Monge
Il Furgoncibo – arch. Grazia Cocina
WALL coming! – arch. Marta Grignani
CONVI _ stare insieme a Villaretto – arch. Elisa Campra
Mestieri in corte – arch. Paolo Mattiolo
Medici 28 lo spazio di mezzo – arch. Luca Barello
Pietra Alta – arch. Francesco Massarini
Forno sociale S.P.I.G.A. – arch. Egidio Sandron
Stiamo freschi! – arch. Luigi Greco
Hear me – arch. Giulia Sala
Non luoghi qualsiasi: cortili immaginati come approdo per rigenerare legame sociale – arch. Lidia Re

La grande risposta dei cittadini alla call del festival è un segnale molto importante per noi, che conferma la bontà dell’iniziativa.

Ma oltre alla quantità di risposte, mi preme sottolineare l’alto livello qualitativo e l’eterogeneità dei progetti.

Spazi pubblici e privati, luoghi all’aperto e al chiuso, edifici scolastici, artigianali e commerciali, in contesti urbani e agricoli. Non è un caso dunque che la giuria abbia deciso di far proseguire il percorso a 13 progetti, anziché 12 come originariamente previsto.

Il festival è riuscito in ogni degli obiettivi che ritengo più importanti: è stato in grado di parlare con i cittadini. Non è la prima volta che l’Ordine si impegna sul territorio: con il progetto Architettiamo la Città siamo andati in tour nelle 8 Circoscrizioni torinesi per confrontarci sulle richieste e le aspettative degli abitanti dei quartieri. È stata un’iniziativa importante, durata diversi mesi, con cui abbiamo fatto conoscere ai cittadini il ruolo dell’architetto. Mi fa piacere ora osservare che tutte le circoscrizioni si sono mobilitate per rispondere alla call.

Un altro aspetto che ho apprezzato della proposta dei due curatori (che ringrazio per l’impegno e il lavoro svolto) è che questo format sviluppa azioni concrete.

Con Bottom Up! siamo passati da un festival di parole a un festival di azioni, non parliamo di architettura, ma generiamo architettura, lasciamo un segno sul territorio.

Abbiamo lanciato la call del festival il 19 novembre nel quartiere Falchera, un luogo simbolico dell’importanza che noi attribuiamo alla multi centralità. Il 6 febbraio abbiamo raccontato gli esiti in un altro luogo simbolico: Combo (uno dei partner del progetto), uno spazio appena inaugurato, che ha ridato vita a un luogo inutilizzato da molto tempo. La collaborazione tra pubblico e privato è una condizione fondamentale perché le trasformazioni possano trovare le risorse per tradursi in realtà e l’esperienza di Combo è un esempio positivo. Il festival attraverso le campagne di crowdfunding mira a stimolare l’intervento del privato, anche a livello economico, nella trasformazione della città, un elemento sempre più fondamentale per garantire la sostenibilità economica degli interventi.

Questo format di intervento è un esperimento: sarà un successo se le campagne di crowdfunding avranno successo. E se così sarà, si potrà immaginare di replicare l’esperienza di Bottom Up! anche in altri contesti e su interventi a scala maggiore.

Massimo Giuntoli
Presidente Ordine Architetti PPC Torino

 

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