La parola al presidente 02/2019

Cari colleghi,

è di pochi giorni la notizia dello stop agli emendamenti su edilizia e lavori pubblici che erano stati introdotti nella legge di conversione del Decreto Semplificazioni. Non possiamo che essere soddisfatti della decisione del Quirinale di mantenere soltanto gli emendamenti relativi alle misure per il sostegno e la semplificazione per le imprese e per la pubblica amministrazione, eliminando le disposizioni che rischiavano di compromettere la trasparenza negli affidamenti di incarichi professionali. Resta invece qualche preoccupazione in merito alla questione della centrale di progettazione.

Siamo molto contenti, in particolare, per l’annullamento dell’emendamento che eliminava l’obbligo delle PA di utilizzare il DM Parametri per calcolare i compensi da porre a base delle gare di progettazione.

Un provvedimento incomprensibile che ci avrebbe riportato indietro, cancellando le conquiste che la nostra categoria era riuscita ad ottenere con l’approvazione del D.Lgs. n. 56/2017 (c.d. Decreto correttivo).

Inoltre, gli emendamenti, se approvati, avrebbero modificato la materia delle costruzioni in zona sismica: si interveniva sul Testo Unico dell’Edilizia classificando gli interventi in base al potenziale impatto sulla pubblica incolumità, consentendo di avviare senza autorizzazione preventiva gli interventi meno rischiosi ed eliminando il deposito della triplice copia nel momento della presentazione della denuncia da parte del costruttore. Si interveniva infine sulla proroga per l’adeguamento della normativa antincendio di scuole e asili nido, rispettivamente al 31 dicembre 2021 e al 31 dicembre 2019.

Sul tema è intervenuto anche il presidente del CNA Giuseppe Cappochin: “Non è possibile modificare leggi di settore specifiche come il testo unico sull’edilizia ed il Codice dei contratti con leggi omnibus prive di una visione organica dei temi trattati; gli emendamenti contestati non avendo un senso logico avrebbero finito per paralizzare, anziché semplificare, le procedure nell’ambito dell’edilizia e dei lavori pubblici”.

È positivo lo stanziamento di 50 milioni di euro per il sostegno alle PMI e ai professionisti in difficoltà nella restituzione di finanziamenti contratti con banche e intermediari finanziari;

uno stanziamento, all’interno del Fondo di garanzia, che si estende a tutte le PMI e i professionisti, non solo a quelli che vantano crediti nei confronti della Pubblica Amministrazione. Il Decreto Semplificazioni prevede infine la modifica delle tempistiche dei pagamenti: si considerano inique clausole ai contratti che prevedono termini di pagamento superiori a 60 giorni.

Resta però ancora da verificare la questione della centrale di progettazione, rinominata “Struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici” con il maxiemendamento presentato dal governo al Ddl di Bilancio. La sua nascita è stata rinviata ad un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri da adottarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di Bilancio 2019; per ora non ne abbiamo notizia, ma la sua istituzione farà sì che le amministrazioni centrali e degli enti interessati non dovranno più pagare per ottenere progetti.

Mi sento in dovere di esprimere preoccupazione per le politiche che il Governo sta portando avanti nei confronti della nostra categoria:

la centralità dell’architetto e del suo lavoro sono messe in discussione

anche attraverso l’equiparazione con professionalità differenti, senza attenzione alle competenze specifiche. Inoltre i dati economici legati al numero di cantieri e alle grandi opere non fanno ben sperare per il futuro di una categoria che ha come principale riferimento il settore dell’edilizia.

Se non ci sarà un cambiamento di rotta, sarà mia premura impegnarmi attraverso il Consiglio Nazionale per portare avanti gli interessi della categoria.

 

Massimo Giuntoli
Presidente Ordine Architetti PPC Torino

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