La parola al presidente 02/2018

Cari colleghi,

i dati pubblicati dall’OICE la scorsa settimana a proposito del mercato della progettazione italiana mostrano finalmente segnali di ripresa.

Il mese di dicembre chiude il 2017 con segnali di crescita, grazie anche alle 35 gare dell’Anas: nell’ultimo mese sono state bandite in totale 327 gare, per un importo di 146,1 milioni di euro; rispetto a dicembre 2016 si assiste ad incrementi del 34,6% in numero e del 319,0% in valore.

Senza le 35 gare dell’Anas (che con un valore totale di 104,7 milioni di euro raccolgono più del 71% di quanto messo in gara) il valore dei bandi di sola progettazione sarebbe stato comunque di 41,4 milioni di euro, pari a +18,8% sul mese di dicembre 2016. Dati positivi anche dalla Città di Torino: nel 2017 sono state presentate 2.000 pratiche edilizie in più rispetto al 2015.

Non mancano però le note dolenti: i ribassi nell’aggiudicazione delle gare sono sempre molto alti.

Nel 2015 il ribasso medio sul prezzo a base d’asta è pari al 40,0%, per quelle pubblicate nel 2016 al 43,1%, per le gare pubblicate nel 2017 il ribasso arriva al 43,5%. Inoltre, dal confronto con altri Paesi europei emerge che all’aumento del numero delle gare italiane pubblicate sulla gazzetta comunitaria non consegue un aumento corrispondente dell’incidenza economica.

La speranza è che nel 2018 prosegua il trend positivo nel numero di gare e che si arrivi ad una riduzione della pratica del ribasso;

i risultati dell’applicazione del Codice dei Contratti ci vedono ottimisti: è importante continuare a insistere sulla centralità del progetto (qualunque esso sia). Anche i professionisti però devono fare la loro parte: questi dati sono migliorabili se noi per primi ci presentiamo davanti ai committenti con proposte economiche congrue.

Prima di salutarvi, vorrei fare un breve cenno a quanto capitato negli scorsi giorni. Come avrete letto sui giornali, ho ricevuto proposte per far parte di un progetto politico da diversi schieramenti. Mi sembra che questo indichi apprezzamento non solo della mia figura, ma anche dell’Ordine di Torino e un riconoscimento del nostro ruolo nella società civile, quali interlocutori per la città, gli imprenditori e le attività locali.

Ho scelto di declinare perché desidero portare avanti questo dialogo sul territorio nell’interesse degli architetti e della collettività in generale.

Credo in ogni caso che l’attenzione della politica sia un buon segnale per la categoria: troppo spesso ci lamentiamo dell’assenza di architetti in Parlamento e negli organi di governo territoriale a sostenere le nostre istanze;

ora forse i partiti si stanno accorgendo dell’importanza degli architetti e chissà che anche la nostra voce inizi ad essere più ascoltata

 

Massimo Giuntoli
Presidente Ordine Architetti PPC Torino

 

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