Droni e architettura;
i vantaggi per il rilevamento

È dedicato ai progettisti che si trovano a fare i conti con il rilevamento di terreni, cantieri ed edifici l’incontro Droni e rilevamento architettonico in programma l’8 maggio, fruibile sia in aula che in webinar; un’occasione per conoscere come aumentare la precisione e la velocità delle operazioni, contenendo tempi e costi.

Aumentano la copertura di internet sulla superficie, monitorano siti archeologici e impianti industriali, rilevano la situazione di aree colpite da calamità, eseguono ricerche di soccorso, sono esperti di fotogrammetria e, ogni tanto, si dedicano anche all’arte urbana come nel caso della recente iniziativa torinese UFO – Urban Flying Opera.

Stiamo parlando di aeromobili a pilotaggio remoto, meglio conosciuti come droni, i piccoli velivoli controllati da computer che pur essendo stati sviluppati in campo militare per eseguire missioni dull, dirty and dangerous (noiose, sporche e pericolose) non ci hanno messo molto a riscoprirsi anche sotto le vesti civili, applicandosi a numerosissimi ambiti tra cui l’architettura.

Grazie all’integrazione con tecniche di fotogrammetria digitale automatica (altrimenti detta SfM, ossia Structure from Motion), possono rivelarsi un utile strumento al servizio degli architetti in almeno tre fasi del processo progettuale:

  • durante la conoscenza preliminare dell’area di intervento, proponendosi come vantaggiosa alternativa alle più tradizionali tecniche topografiche e consentendo di descrivere un’area in RB3DM, ossia in forma di modello 3D basato sulla realtà;
  • in cantiere durante il monitoraggio dell’andamento delle attività, permettendo di formulare frequenti stati di avanzamento e di correggere le stime dei tempi per la realizzazione dell’opera; nel caso di interventi su scala di isolato urbano, i droni possono sostituirsi a sopralluoghi e misure manuali in loco;
  • per la gestione e il monitoraggio di un’opera ultimata o di un bene architettonico tutelato, acquisendo dettagliate informazioni sullo stato di conservazione dei materiali.

Tutto questo garantendo vantaggi per il professionista non da poco: rapidità e automatismo di acquisizione ed elaborazione dati, completezza e precisione delle informazioni, raggiungimento di zone altrimenti inaccessibili, l’adattabilità a qualunque scala di analisi (da un’architettonica 1:20 a una territoriale 1:1000), l’integrazione con altre tecniche di rilevamento e, non per ultimo, un investimento economico limitato.

Queste applicazioni saranno approfondite da Andrea Lingua – professore presso il Politecnico di Torino ed esperto di geomatica, fotogrammetria e GIS – l’8 maggio con l’incontro del ciclo Pillole tecniche per l’architetto Droni per il rilevamento architettonico (4 CFP), fruibile sia in aula che in webinar.

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